HERE COME THE ROLLING BONES

   HERE COME THE ROLLING BONES

PARADOSSI DELLA VISIONE: TRA ETICA E TECNICHE

opere:  Norma Jeane, Donato Piccolo pellicole e video:  Adriano Abbado, Guy Ben-Ner, Philippe Fernandez, Andrea Flamini, Marco Papa, Maria Domenica Rapicavoli, Supersober, Alice Schivardi a cura di Piero Pala e Benedetta di Loreto.

Video archive, di 1:1projects:  GLOBALGROOVE Natural Location (2007) – time > 03:12

dal 3 aprile all’ 11 luglio lunedì a venerdì – dalle 10:00 alle 18:00

 e PROLUNGATA DAL 12 AL 23 LUGLIO lunedì a venerdì – dalle 15:00 alle 19:00

e DAL 8 AL 24 SETTEMBRE lunedì a venerdì – dalle 10:00 alle 19:00 presso

 

Adele — C Studio

via Giovanni Gioacchino Belli 21 Roma

 Inaugurazione 2 aprile ore 18:00

Finissage 24 Settembre 2008

 Here come the rolling

Here come thr rolling b

Il 2 aprile alle ore 18:00 presso lo spazio show room Adele — C Studio di Roma, in via Giovanni Gioacchino Belli 21, inaugura la prima di una serie di project room dello Studio MATTEO BOETTI dedicate all’arte contemporanea, ed il progetto video archive, una selezione bimestrale di video d’artista curata dall’archivio di 1:1projects.  L’interesse per la produzione artistica contemporanea ha portato queste realtà a condividere la valorizzazione della produzione italiana e internazionale.

La project room Here comes the rolling bones.  Paradossi della visione: tra etica e tecniche è incentrata su di una riflessione attorno al processo di produzione di immagini a partire dalla realtà, attraverso diversi media artistici.  Nello spazio saranno messe a confronto due opere e una selezione di film e video d’artista.  Ne Il museo del sig. M. (2008, in progress), Donato Piccolo interpreta il ritratto sia come immagine della persona sia attraverso gli oggetti che ne rappresentano le attitudini.  Everyday sight/Tribute to Aldous Huxley (2003-2004) di Norma Jeane affronta il rapporto di conoscenza della realtà, chiamando in causa la patecipazione attiva dello sguardo nel passaggio tra sensazione, selezione e percezione visiva. 

La selezione di video e film si concentra su due differenti usi del mezzo cinematografico: mentre i lavori di Adriano Abbado, Andrea Flamini, Marco Papa, Supersober, prendono in esame un cinema illusorio o fantasmagorico, quelli di Guy Ben-Ner, Philippe Fernandez, Maria Domenica Rapicavoli, Alice Schivardi considerano il cinema come strumento per apportare una coscienza critica su specifiche problematiche, con una predisposizione all’ironia.  Tra i video selezionati viene presentato per la prima volta in Italia Stealing Beauty dell’artista israeliano Guy Ben-Ner, attivo a livello internazionale e rappresentato dalla Postmaster gallery di New York.  La ricerca di Ben-Ner è incentrata sulla creazione di anti-film, in cui il cinema è legato ad una dimensione fantastica, evasiva ed ironica, diventando uno strumento di indagine della realtà quotidiana e familiare, tra serietà e gioco.  In Stealing Beauty sviluppa il paradosso della contemporaneità, che vede la sovrapposizione tra la dimensione privata e pubblica degli individui rappresentata dai grandi magazzini IKEA.

Il primo video presentato da 1:1projects per il progetto video archive è Natural Location di GLOBALGROOVE, un’animazione fotografica realizzata step by step.  Nell’attraversamento in soggettiva di un appartamento disabitato, si costruisce progressivamente una narrazione in bilico tra viaggio onirico e registrazione meccanica del tempo.  Nella traccia audio che accompagna questo “attraversamento”, si sovrappongono o susseguono diversi elementi sonori: il rumore di una macchina per l’elettrocardiogramma, un brano di Aphex Twin, la registrazione di Guillaume Apollinaire che legge la sua poesia “Le Pont Mirabeau”, frammenti di conversazioni campionate da home video, una sigla televisiva, le previsioni del tempo, il rumore di un proiettore Super 8, una cantilena infantile, un telefono che squilla.  GLOBALGROOVE è un team artistico che utilizza diversi media: dalla fotografia al video, dalla pittura alle installazioni audio, interpretando i cortocircuiti e le contraddizioni della società post-mediatica tra moltiplicazione dei messaggi e manipolazione di identità, linguaggi e contenuti.
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